lunedì 28 dicembre 2009

Wasting the dawn

Il mio medico, Dott.ssa Follini, sostiene che postare sul blog facilita la digestione.
Io non ci credo mica, ma siccome in questo momento ne avrei davvero bisogno, e - soprattutto - poichè la dottoressa quando indossa lo stetoscopio mi mette in soggezione, posto.



Un bel video, magari un pò vecchiotto, che però in questo periodo dell'anno ci sta sempre. Sarà la neve!

sabato 19 dicembre 2009

Sarebbe Natale


Il Natale è arrivato, come una violenta mannaia sulle nostre teste.
La gente corre da un negozio all’altro, sembrano tanti robottini con la carica. Sopra lo scrosciare della gente sulle strade abbiamo galassie di luci di vario tipo e dimensioni, illuminano tutto il circondario rendendo davvero difficile nascondersi. A me ricorda quando la polizia si mette all’inseguimento di un evaso con riflettori ed elicotteri.
E così, sembra che tutto sia teso a obbligarti ad essere felice. Ti suggeriscono cosa fare, cosa comprare, come sentirti.
E alla fine ci riescono pure: io l’unico regalo che ho preso ce l’ho ancora fra le mani, incerto sul suo destinatario. Sarà per questo motivo che quando sono uscito da dove l’ho comprato avevo l’aria di chi è stato raggirato ma non sa bene come, e si grattugia la testa pensieroso.
Alla fin fine, le feste possono disegnarti un’atmosfera festosa e calda. Ma l’unico calore che ha rilevanza è quello che avverti dentro. Se è presente lo avverti distintamente, e non può essere indotto, o ce l’hai o non ce l’hai.
Questo perché la vita non conosce stagioni, e se una gelida morsa ti avvinghia gli organi, se un piccolo uragano sembra risucchiarti tutto quello che hai dentro non c’è Babbo Natale che tenga.
Così, le scelte non aspettano che tu rimetta nella soffitta l’alberello posticcio. E se prendi quella sbagliata, il regalo che hai scartato alla fin fine potrebbe non essere di tuo gradimento.

martedì 15 dicembre 2009

Ehm.


Oh ma quanto lo uso io questo blog?

Da panico.

mercoledì 8 luglio 2009

So distant


Passi delicati, come di chi cercasse di verificare se al passo successivo la terra sotto i suoi piedi reggerà; occhi sottili, mobilissimi; un sorriso che è un'aurea valle delimitata dagli zigomi.
L'autunno si è ormai consolidato nel cielo, nell'aria e nei pensieri. Ti sono accanto senza un reale motivo per esserlo, mentre entrambi attraversiamo un viale costeggiato da alberi solo apparentemente molti simili fra loro.
Se ci fermassimo, noteremmo ramificazioni differenti. Qualcuno sarà più folto, altri più diradati. Altezze diverse. In definitiva, nessuno di essi sarebbe uguale all'altro, eppure passandoci frettolosamente ci sembra una simmetrica fila di tronchi in fotocopia.
Al contrario, se sostassimo qui per poco, pochissimo tempo, basterebbe solo qualche attimo per notare le difformità.
Capisci la differenza, adesso?
I nostri passi si interrompono quando qualcosa che non decifro attira la tua attenzione.
Non stiamo passeggiando insieme, siamo due persone che camminano sulla stessa strada.
Capisci la differenza, adesso?
Ti avvicini con dolcezza ad un piccolo arbusto che fuoriesce da una delle crepe di questa strada malconcia, con stupore fanciullesco ti soffermi vicino ad un piccolo fiore sgualcito che spunta nel verde che spacca il cemento. Da qui sembra quasi che tu gli stia saltellando intorno. Mi siedo su una specie di lastra di pietra dal lato opposto, mi osservo i piedi, con le dita delle mani intrecciate. Per qualche secondo non penso a nulla.

Secondo te esistono pensieri sbagliati?

La tua domanda irrompe improvvisa, sollevo gli occhi fino al punto in cui cozzano con i tuoi. Annuso l'aria che mi circonda, facendo volutamente finta di ignorare la metafora. In punta di piedi di fronte a me cammini su un semicerchio che ti sei creata mentalmente.
Ed io, cosa mai potrei risponderti.
Ci sono le decisioni giuste, i meriti che fanno da contraltare alle colpe, i saluti per il momento e i saluti per sempre, le canzoni vecchie e familiari, quelle che abbiamo sentito tre volte e già ci piacciono tantissimo, le persone che parlano troppo e quelle che non sanno che ore sono.
Per ogni parola che scorre nella cascata ci possono essere dozzine di pensieri come corollario.
E col tempo nessuno di essi lo ritrovi come lo hai lasciato.
Capisci la differenza, adesso?
Non c'è una vera risposta alla tua domanda. Qualunque cosa io possa dire sarebbe demagogia.
Forse ti stupisce lievemente questo atteggiamento, ma io ho le mie accomodanti certezze e tu le tue. Nel mio redivivo integralismo, non mi sento tenuto a darti una risposta.
Il cielo sopra le nostre teste è opaco, monolitico e effimero. Ho la sensazione di trovarmi di fronte a una camera che sto per abbandonare e a cui do un ultimo sguardo, prima di spegnere la luce, per una superflua verifica.
Capisci la differenza, adesso?
Ora mi dai le spalle, e so che sei lontana mille chilometri da me. Ma è come se fosse tutto come prima, solo che è tutto diverso, luci che illuminano da una diversa prospettiva, e nel constatarlo non c'è amarezza, non c'è soddisfazione, solo consapevolezza, fredda come il marmo, del tutto insapore. Una manciata di niente è tutto quello che abbiamo.
Capisci la differenza, adesso?
Io sì.

lunedì 6 luglio 2009

domenica 5 luglio 2009

Incontro a Reggio Calabria - resoconto. Ed errata corrige.

E’ passata una settimana dall’incontro a Reggio Calabria all’interno del programma Tunuè Maps, per cui credo che sia ora di fare un breve report dell’evento. Chiedo scusa per il ritardo, ma io sono una persona discreta e non amo parlare di me. Uso il blog solo perché un analista costa troppo.

Cazzate a parte, l’incontro è andato molto bene, la gente è accorsa copiosa – chissà perché, forse si aspettava il desaparecido Cao e le sue fred perry, e invece ha trovato il mio brutto muso –, hanno ascoltato i miei deliri, e a fine incontro mi hanno fatto un sacco di domande. E non sul perché fumassi il sigaro.
Per l’occasione sono state mostrate in anteprimissima due tavole del nuovo progetto e pare che abbiano riscontrato feedback positivi, il che ci fa molto piacere.
…Ehm, sì, il progetto nuovo. Ne scriverò presto, prestissimo. Prima di subito!

Per il resto, anche il post incontro è stato divertente. Roberto di Fumettopoli si è confermato un perfetto padrone di casa, rivederlo è sempre piacevolissimo.
Durante la cena ho fatto un altro incontro altrettanto interessante, ma stavolta con il vino del ristorante. Tanto mica guidavo io!

Passando di palo in frasca, è apparsa di recente a tutta pagina un’intervista con il sottoscritto su un noto quotidiano cosentino. Ringraziandoli ovviamente per l’attenzione, mi duole far notare un po’ di imprecisioni qua e là. Eh già, perché io non vivo e lavoro a Roma, e soprattutto è stato difficile convincere i boss che non è vero che scrivo fumetti quando sono al lavoro. Mai detto cose del genere in sede di intervista, eppure sono state riportate.
Ribadisco, va bene così, però alcune inesattezze mi stavano costando il lavoro, ugh.

Penso di aver detto tutto, questo blog funziona in fondo, ancora non sono impazzito!
O almeno così dice il mio piccolo amico invisibile seduto qui accanto a me.

P.S.: A Fumettopoli ho preso una copia di P – HPC di Ausonia. Non l’avevo ancora letto (mea culpa), e adesso non riesco a smettere di farlo. Ritengo sia un capolavoro assoluto, un fumetto che rompe gli schemi del medium classicamente inteso, attraverso una sublime composizione narrativa. Sono letture come queste che, almeno a livello personale, mi riconciliano con la vita.

lunedì 22 giugno 2009

Tunuè Maps @ Fumettopoli (RC) con il sottoscritto


Il 27 giugno, alle ore 16:30, sarò a Fumettopoli a Reggio Calabria per presentare Stupidomondo, nell’ambito dell’evento Tunuè Maps.
Per l’occasione, oltre che del menzionato libro, si parlerà di progetti nuovi e di cose a venire, con (probabilmente!) qualche succosa anticipazione.

Ma soprattutto, ci saranno un sacco di autori famosissimi, italiani e non! Eduardo Risso! Alan Moore! Garth Ennis! Gipi! Marco Corona! Brian Bendis!
…All’interno dei volumi riposti negli scaffali.
Ah, e poi ci sono anche io.

Ad ogni buon conto, se vi capita di passare da quelle parti venite a trovarmi!
Se poi Stupidomondo l’avete già preso, venite lo stesso che mi date qualche dritta per il prossimo fantacalcio.

martedì 5 maggio 2009

Napoli Comicon 2009 (sottotitolo:'Maurè, con calma! Piano piano!')


Tutti i bravi autori di fumetti, dopo che son tornati dal Comicon, si fanno il loro bel post dicendo questo e quell’altro.

Ora, io non sono un bravo autore di fumetti (non ho le basette giuste) ma, al di là di tutto, io questo Napoli Comicon non me lo sono goduto per niente perché Mauro Cao mi ha sempre messo fretta. E’ colpa suaaa!

Dannato. Ti perdono solo pechè hai i capelli come chisaitu e la cosa mi riempie il cuore di ammirazione.

Tutto ciò premesso, il Comicon è stato molto divertente e ricco di piacevoli sorprese. Ho conosciuto di persona gente fantastica come Michele Ginevra, Emiliano Rabuiti, alino, Adriano Barone, Andrea Vivaldo, e Lamù.

…Come? Non era la vera Lamù? Era un cosplayer? Dannazione.

Vabbè, a proposito dei primi tre, è stato presentato il fumetto collegato alla mostra di Futuro Anteriore: a parte il piacere di conoscere di persona molti degli artisti coinvolti, la presentazione del progetto è stata bellissima, non certo grazie a due tromboni come me il Dottor Marchese (i due scrittori), ma in virtù dell’umorismo dei disegnatori coinvolti, in primis il Dottor Pira. Quest’uomo si conferma sempre di più un eroe per me, fonte di ammirazione bambinesca. Grandissimo, assolutamente!

Per il resto, nulla da dire: mi è sembrato che le mostre organizzate dal Comicon siano state realizzate in maniera intelligente, e vedere certi originali di Liberatore è stato davvero emozionante. Quella di Futuro Anteriore è stata anche molto originale, per cui complimenti agli organizzatori!
Altro avvenimento degno di rilievo è stato il panozzo stellare che io e il Cao, assieme al saggio Vivaldo che ci ha dato la dritta, ci siamo presi domenica. Roba da premio nobel per la bontà.

Inoltre, è stato un vero piacere rivedere la direzione Tunuè e tutto il suo rooster presente: i mitici Giovanni Marchese e Luca Patanè, che sono usciti con il loro nuovo libro ‘Nessun Ricordo’ e Paola Cannatella con la seconda fatica dal titolo ‘Prospettive’. Il sempre gioviale e cortese Gud, che aveva con sé (nel senso che lo presentava, non che si trascinava le copie dei libri) la sua nuova opera dal titolo ‘Heidi mon amour’. Grazie per le dediche ragazzi!

Sempre allo stand Tunuè ho rivisto con piacere Paco Roca (al quale ho dovuto confessare che da Lucca il mio spagnolo è sempre rimasto alla frase otra cerveza, por favor… Ehm) e ho conosciuto Alfred, disegnatore della premiata graphic novel ‘Perché ho ucciso Pierre’, anche lui una persona molto solare e divertente. Artisti bravi e simpatici, un binomio non sempre scontato. A proposito di artisti, un abbraccio caloroso al sempre fantastico Cristiano Silvi!

La Tunuè ha vinto il premio come migliore sceneggiatura con ‘Metauro’ di Michele Petrucci (purtroppo assente… e con esso il mio nuovo numero di FactorY)… giustamente direi. Infine, la fantastica Luana Vergari ha vinto il premio Strade Nuove, e la cosa mi ha fatto un piacere immenso: al di là dell’indiscutibile talento, si è sempre dimostrata una persona splendida e gentile… non finirò mai di ringraziarla abbastanza.

Le serate post fiera, invece, sono passate in maniera indegna, nel senso che sono stato davvero immondo. Mi sono salvato in corner solo grazie al mitico Sigaro dell’Amicizia, strumento ricco di tabacco e del quale hanno usufruito quasi tutti i presenti, con mucho gusto! …Oddio, scritto così sembra un passatempo erotico. Ci siamo solo fumati un buon sigaro tutti insieme!!!


Saluto quindi tutti, presenti e assenti, artisti, espositori, paninari, grazie del divertimento e delle chiacchere!

Ah, e ringrazio anche Wolverine, è stato fantastico conoscerlo!

…Come? Anche lui era un cosplay?

Dannazione.


…Bè, in effetti lo facevo più basso.

sabato 2 maggio 2009

The city burns

Campo visivo opaco. Vista dall’alto.
Ricordi fumosi, ma che causano rabbia ancora ben salda alle pareti del cervello.Parole leggere, ma capaci di schiacciarti contro il soffitto.
C’è stato questo, ma non sembra importargli più.
E il suo sguardo è sempre lo stesso, mentre scende dal treno. Da come arriva all’edicola e con delicatezza sfoglia le riviste e i quotidiani, appare tranquillo, come se non fosse mai stato sul ciglio del fossato, ad osservare un oceano di niente.

Prospettiva frontale. Illuminazione fioca.
Attraversa le strade di sempre, improvvisamente deserte. Entra in un locale, mancante di clientela e di luminosità. Ordina un caffè.
Improvvisamente un pensiero gli balena nel cervello, come se fosse sempre stato lì. Si chiede se anche a lei dispiace, se rimane un residuo di intensità, come polvere che si accumula sul pavimento. Non sa se è così, e il suo cuore si fa un po’ più grigio.

Retrospettiva. Lieve soffio di vento.
Avrebbe voluto chiamare. Sentirsi dare qualche certezza, le minime possibili, per cercare ossigeno in una stanza senza finestre.
Respira lentamente, come se il fiato potesse interrompere il susseguirsi incatenato dei pensieri. Si chiede se infine avesse ragione lei, quando gli stava così vicino che poteva sentire anche il socchiudersi dei suoi occhi, mentre gli sussurrava in un orecchio che il sole tramonta per i sognatori solo per risorgere di nuovo il giorno dopo.
Che tutto sarebbe andato bene, che ogni cosa sarebbe tornata al suo posto, anche se la notte sembra non finire mai, anche se il respiro sembra mancare, anche se la città fa bruciare i nostri cuori.

lunedì 6 aprile 2009

Futuro Anteriore, work in progress e Satana incarnato (N.B.: una di queste tre cose non c'entra con questo post, scopri quale!)


Come un treno che sfreccia senza freni verso un precipizio (che paragone incoraggiante, ehm) il lavoro per la realizzazione del progetto Futuro Anteriore di quest’anno procede abbastanza velocemente.
Gli artisti che assegnati al sottoscritto, bontà loro, sono Davide Pascutti, Andrea Vivaldo, Lorenzo Manià e Giorgio Fratini. Tutti artisti davvero eccezionali e versatili, i quali interpreteranno il mio soggetto secondo la loro sensibilità. Sono davvero curioso del risultato che ne verrà fuori, finora devo dire questo lavoro si sta rilevando molto interessante, vedere il differente approccio ermeneutica dei maestri del pennino mi aiuta riflettere anche su quello che faccio.
Capita infatti che un autore abbia accentuato un aspetto di quanto avevo scritto, mentre invece contemporaneamente qualche altro si concentri su un personaggio, oppure ancora sulla sensazione finale che deve emergere dalla storia. Insomma, un’esperienza davvero divertente e un’ulteriore occasione di crescita (Cazzo, parlo come un pedagogo ora).
In attesa di vedere il risultato finito, ecco una piccola anticipazione della storia disegnata dal buon Vivaldo, finita a tempo di record!
A presto per altri esorbitanti aggiornamenti.
E se non ce ne saranno, niente fiori ma opere di bene.


sabato 4 aprile 2009

Oggi noi parliamo col Futuro Anteriore.

Riporto fedelmente:
"Da tre anni Futuro Anteriore, oltre ad essere una mostra a Napoli COMICON, organizzata dal Salone partenopeo e dal Centro Fumetto Andrea Pazienza, è anche una raccolta di storie brevi a fumetti, inedite ed a tema, in linea col filo conduttore del Salone. Nel 2009, il tema sarà il Giallo, e la traccia di Futuro Anteriore è la rabbia, che corrisponde ad uno stato di alterazione emotiva, che può provocare anche, in casi estremi, manifestazioni fisiche espresse attraverso il proverbiale colore giallo. La rabbia può scattare improvvisamente, così come può esplodere dopo un lungo ed estenuante accumulo di frustrazioni o delusioni. La rabbia può riguardare sia situazioni private che nascere dalla conoscenza di fatti pubblici. I terreni fertili per l'accumulo della rabbia possono dunque essere molteplici: la famiglia, il lavoro, gli amici, i momenti della mobilità quotidiana piuttosto che specifiche fasi delle propria vita, come il Servizio Civile o una vacanza...
2 soggetti liberamente interpretati da 8 disegnatori, per 8 storie brevi, gialle e.. inca***ate!
Alle storie si sono cimentati Giovanni Marchese e Lucio Perrimezzi, all'interpretazione grafica gli autori Anna Ciammitti, Giorgio Fratini, Simone Lucciola, Lorenzo Manià, Davide Pascutti, Dr.Pira, Lucio Villani, Andrea Vivaldo.
Il libro/catalogo, edito da COMICON e CFAPAZ, sarà distribuito da quest'ultimo; la cura del progetto è di Michele Ginevra e Emiliano Rabuiti per il CFAPAZ, e dai nostri alino e Antonio Iannotta, con la collaborazione di Lorenzo Raggioli"
.
Ci stiamo dando da fare, spero che il risultato sarà di gradimento per chi lo leggerà. Se passate dal Comicon, dateci un'occhiata, e magari cercatemi, così si fan quattro chiacchere e mi dite cosa ne pensate.
...Non sarò armato. Giuro.

sabato 3 gennaio 2009

Anno nuovo, as usual.

Un altro anno è spirato, magari è il proverbiale momento di bilanci.
L’anno finisce, giusto, ma questo non spinge automaticamente a resettare tutte le tue abitudini e tuoi pensieri, buoni o cattivi che essi siano.
Così, la città va ad illuminarsi in maniera scoordinata e variopinta, eppure il tuo passo è sempre lo stesso, così come il tuo sguardo distratto dietro la scia di fumo.
Ti rendi conto che il tuo modo di sorridere è sempre quello, da anni.
Fuori puoi ritrovarti a parlare con persone che non vedevi da tempo, notare bizzarre increspature nel loro dialetto, indicative di chissà quali esperienze esotiche (o presunte tali…), con le quali dividere un caffè al bar, zuccherandolo con i soliti luoghi comuni.
Magari però, allo stesso tempo, è stato un anno in cui hai rivisto sorrisi e occhi che non pensavi potessero far più parte della tua vita, con i loro carichi di amarezze, o di piccole gioie.
E la sera ti ritrovi a vedere vecchie foto, dalle quali cogli sfumature alle quali non avevi mai fatto caso, oppure che avevi semplicemente dimenticato.
L’anno finisce, e può succedere di non avere piacere a mettere su un certo disco, come allo stesso modo ami sentire una stessa canzone dozzine di volte, a ripetizione.
Potrebbe essere stato un anno magico o un anno terribile, potresti aver realizzato alcuni sogni o almeno provato a farlo, cosa che a volte è già di per sé sufficiente.
Il susseguirsi dei mesi è sembrato magari monotono, un quattro quarti privo di versatilità, con delle inaspettate accelerate che si alternavano a cadenze più ragionate. Oppure puoi aver assistito ad un anno sabbatico, in cui sei stato mogio mogio ai box a vedere gli altri darsi forsennatamente da fare, o magari hai raggiunto una dopo l’altra le tappe mentali che ti eri individuato in una sorta di percorso mentale. Tante, tante tappe, forse troppe, magari qualcuna anche non tua.
L’anno volge al termine, e forse il suo tramonto disegna sempre la stessa sagoma familiare, mentre ti trovi ancora una volta incapace di dire le parole giuste, la gola arsa dalla incertezza, o dalla determinazione. A volte è la stessa cosa.
Non sai se l’alba di questo nuovo capitolo imposto dai calendari ti renderà migliore, ammesso che sia davvero quello che vuoi.
Sai solo che al suo ergersi, dovresti trovarti ritto in piedi, gli occhi diretti verso un indecifrabile punto dell’orizzonte che conosci solo tu.

(art by Mauro Cao)